Settimana 1 8-12 agosto 2011
Il primo giorno del semestre ho cercato di stabilire quali sono state, in linee generali, le esperienze dei ragazzi di sesto rispetto a:
-L’apprendimento (come avete imparato, quali sono state le strategie positive, quali invece avreste lasciato perdere?)
-L’uso (quando usate l’italiano? Cercate di vivere esperienze d’interazione? Oppure sentite solo musica, leggete…?)
Per quanto riguarda l’apprendimento, i ragazzi hanno fatto poche osservazioni, anche se dicono di provare ancora una certa insicurezza nel parlare. Vorrebbero sviluppare di più strategie, ma non “per parlare” (perché lo fanno. Diciamo pure che nessuno ha parlato in spagnolo, ormai “si buttano”), ma per evitare quelle incertezze nell’orale. Ho cercato di sondare le cause di quelle incertezze. Alcune cause possibili sono:
-L’uso dei verbi, a questo punto conoscono la ricchezza dei tempi e dei modi verbali ma vorrebbero sapere come “combinarli”.
La parte lessicale ho deciso di recuperarla in un momento ulteriore… L’uso dei verbi, invece, ho ritenuto importante analizzarlo con la classe. Per guidare la riflessione, ho posto domande come: quali tempi o modi verbali usate di più? Perché? Sono partito dall’ipotesi che i ragazzi usano i verbi in base ai tempi (presente, passato, futuro), e forse sono i modi quelli che richiedono di più il loro impegno, dato che hanno a che fare con concetti difficili come “tiempo” ed “aspecto” che noi cerchiamo di insegnare “implicitamente”, ma che forse richiedono ancora del lavoro metacognitivo più approfondito e più “mirato” a degli obbietivi specifici.
Ho lavorato anche con il lessico. Ho scelto un’attività del libro Viaggio nell’italiano (Unità 4, “In quella fotografía c’è mia nonna Sonia giovane”) che presenta un testo letterario, descrittivo, sul quale c’è qualche parola “difficile” sottolineata. I ragazzi hanno cercato di stabilirne il significato, a partire dalle loro risorse cognitive. L’esperienza mi è sembrata molto appagante, nel senso che in piccoli gruppi, e poi in plenum, i ragazzi hanno esplicitato le strategie usate nell’attività: alcuni ragazzi hanno fatto ipotesi a partire dalla forma della parola, altri, a partire dalla trasparenza rispetto allo spagnolo, dal contesto (la conoscenza del mondo, o il contesto testuale costruito in base a tipi di parola). Questo “ripasso di strategie” rappresenta, insomma, anche una strategia di apprendimento. In una pagina successiva, il testo presenta “gli altri modi” di spiegare il significato delle parole sottolineate e i ragazzi hanno scoperto che quei modi li avevano già usati nella discussione delle strategie, per cui non è stato più necessario fare quell’esercizio. In questo senso, credo che l’attività sia stata soddisfacente anche per loro.
Devo ancora conoscere qualche ragazzo-a e individuare come posso stimolare la loro partecipazione. Ci sono ragazzi che partecipano molto (a volte, troppo) e dovrei spingere anche quelli che parlano poco…
Ci sarebbero altre cose da dire, e forse non avrò il tempo di raccontare l’esperienza in aula nel modo accurato che vorrei… Forse nelle prossime settimane riprenderò solo uno o due dei tanti aspetti da osservare in aula… Quelli che riterrò più importanti….
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